Cari amici di Hive,
in questo periodo di reclusione forzata, con il Paese fermo praticamente in ogni settore, agli appassionati di sport come il sottoscritto non è rimasta altra scelta che andare a cercare un po' di competizione in vecchi filmati del passato, o, per unire l'utile al dilettevole, in qualche pellicola a tema, magari in grado di lasciarci trascorrere un paio d'ore spensierate.
E così, nel appuntamento numero 4 con la rubrica su cinema e sport, vi propongo la revisione di un film del 1992, che a me è piaciuto particolarmente, "Campione per forza", interpretato da Tom Selleck nel ruolo del protagonista, Jack Elliot, una vecchia gloria della Major League, nella fase calante della sua carriera.
Il film inizia mostrandoci la bella vita di Jack, che nonostante nei suoi sogni notturni sia tormentato dalla progressiva perdita di efficacia in battuta, prima di dormire se la spassa con un numero non precisato di belle donne, pronte a coccolarlo in ogni letto della casa.
In fondo il nostro eroe lo sa che la sua carriera sta lentamente volgendo al termine, ma in virtù del fatto che quattro anni prima ha trionfato con i suoi New York Yankees nelle finali del campionato, si sente abbastanza tranquillo di un posto da titolare in prima squadra.
I suoi allenamenti trascorrono tra corsette svogliate e scherzi ai nuovi arrivati, anche se l'inserimento di un giovane battitore, dipinto come un fenomeno, comincia a far suonare in lui qualche campanello d'allarme. Quando Jack viene convocato nell'ufficio degli allenatori ha già il dente avvelenato, sospettando che vogliano comunicargli il suo inserimento tra le riserve, ma la verità per lui sarà ancora più amara: in squadra non c'è più posto per lui, e se la prossima stagione vorrà giocare si dovrà accontentare di farlo nel campionato giapponese, l'unico che a quanto pare voglia ancora contare sulle sue capacità.
L'impatto con il Paese del Sol Levante non è dei migliori, e fin dai primi contatti con la stampa locale e con lo spogliatoio della sua nuova squadra, Jack non fa nulla per frenare la sua arroganza, ritenendosi di livello superiore ai compagni.
L'allenatore dei Dragons, sua nuova squadra, è una specie di gloria nazionale del baseball, e cerca fin da subito di inculcare nella testa del giocatore che, nonostante il suo passato, dovrà sudarsi in allenamento il posto tra i titolari; naturalmente l'americano, incurante anche dei consigli del compagno di squadra e connazionale Max "Hammer" Dubois, non prenderà in minima considerazione le indicazioni del proprio nuovo allenatore, relative alla posizione in battuta e al miglioramento della forma fisica, provando addirittura a sostituire gli esercizi dei preparatori atletici con improbabili allenamenti facciali o girotondi su una gamba sola.
Max e Jack nel tempo libero frequentano, in un locale gestito da americani, gli altri giocatori statunitensi della Lega, con i quali spesso ridono insieme delle usanze giapponesi e dei loro strambi costumi televisivi; tuttavia, anche se inizialmente non lo nota, gli altri ex appartenenti al baseball stelle e strisce si stanno tutti sforzando di calarsi al meglio nella nuova realtà, facendo prevalere lo spirito di squadra alla delusione di appartenere ad una Lega considerata minore.
A provare ad aiutarlo nel superare le difficoltà di inserimento in una nuova realtà ci proverà anche la bella Hiroko, che come si verrà a scoprire più avanti non era presente al primo allenamento del nuovo giocatore per caso...
In un primo momento tutti gli sforzi però sembrano inutili: Jack prende sempre più sottogamba l'impegno settimanale con i suoi compagni, e grazie ad una vita piuttosto sregolata anche fuori dal campo, finisce per essere messo fuori squadra.
E' a quel punto però, che Hiroko, che non ha smesso di credere nelle potenzialità dell'uomo e dell'atleta, lo convincerà ad accettare l'invito a cena dalla sua famiglia, in una serata che promette di cambiarlo per sempre.
Il film, che nella seconda parte abbandonerà il lato prettamente comico per sviluppare la parte sentimentale dei personaggi e concentrarsi allo stesso tempo sul lato sportivo, ha ottenuto un discreto successo negli Stati Uniti, anche se, contrariamente alle attese, in Giappone sono stati in pochi i fans catturati dalle avventure di Jack e dei Dragons.
In ogni caso consiglio la sua visione a tutti gli amanti del mondo dello sport a stelle e strisce, ai fanatici degli sport di squadra, e a quelli che credono che prima o poi, lo spirito di fratellanza che si crea in uno spogliatoio, sia più forte di tutte le differenze. Il lato sentimentale della storia poi, promette di accontentare anche il pubblico femminile, quindi, maschietti, non esitate a proporlo alle vostre dolci metà, per una serata che promette di accontentare tutti.
Alcune curiosità
Le uniformi della squadra dei Dragons sono quelle originali utilizzate durante la stagione agonistica dalla formazione del campionato giapponese, e ricordano quelle dei Los Angeles Dodgers.
Il personaggio del Coach Uchiyama è ispirato a Senichi Oshino, leggenda del baseball giapponese che ha guidato i Dragons dal 1987 al 1991 e dal 1996 al 2001.
Alla fine del film Jack diventa allenatore della squadra dei Detroit Tigers, per la quale fa il tifo nella realtà e che sosteneva anche il suo personaggio nella serie TV Magnum P.I.
Nella versione giapponese del DVD sono presente scene aggiuntive tagliate in quella americana, in particolar modo alcuni scambi di battute tra Jack e Hiroko, considerate poco comprensibili per il pubblico degli States.
Un fan americano vestito da Jack Elliot è comparso nel 2012 durante le partite dei Chunichi Dragons.
Per riempire lo stadio durante le scene delle partite casalinghe si è rivolto un appello ai veri tifosi dei Dragons, che si sono dimostrati entusiasti di partecipare sfidando spesso condizioni atmosferiche avverse.