Stuck at Borders

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Hello my Steeming Pals!

Italiano

Schengen

Finché si viaggia all'interno dei paesi europei che hanno sottoscritto all’accordo di Schengen, valicare i confini tra una nazione e l’altra a viene senta controlli, sbarre ne dogane. Spesso la percezione di aver superato una frontiera in Europa si ha grazie soltanto a leggeri cambiamenti nello stile della segnaletica e della qualità della copertura stradale. Tuttalpiù v’è qualche cartello che senza ostentazioni pare dica ai passanti:

“Ehi tu alla guida, guarda che ti trovi in Francia, Slovacchia, Spagna….Italia, sappilo!”

La storia è ben diversa fuori dall’UE e già poco più ad est della Romania superare un valico di confine può trasformarsi in un tormento burocratico frustrante e talvolta sgradevole.

Secondo la mia piccola esperienza vi sono frontiere ove occorre pazienza e parecchio tempo (Russia, Birmania). Ve ne sono altre invece (direi la maggior parte) presso le quali le pratiche da sbrigare sono chiare, comprensibili ed il personale di confine è accomodante.

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Hey, you're in Italy now

Ad ogni modo, v’è una regola che ho imparato ad usare durante le mie scorribande in moto attraverso l’Asia e che mi è servita talvolta a minimizzare grattacapi con la burocrazia di frontiera. Non si tratta di un trucco ne tantomeno di un inganno. Forse si può definire una strategia.

Un paio d’esempi possono servire per chiarire ciò che intendo.

Bosnia

Arrivai al confine Bosniaco un venerdì pomeriggio di fine Aprile. Ero privo di una particolare copertura assicurativa necessaria per accedere al paese ma scelsi di tentare la sorte al confine ugualmente. Alla sbarra della frontiera passai i miei documenti alla guardia bosniaca: passaporto, libretto di circolazione, certificato di assicurazione, carnet de passage ed aspettai in sella fiducioso. Era possibile, pensai, che nessuno si sarebbe accorto della mancanza nei miei documenti e che mi sarebbe stato permesso proseguire senza indugio.
Mah il documento mancante venne inevitabilmente notato e mi fu fatto cenno di parcheggiare e di recarmi all’ufficio immigrazione (una vecchio container) per “chiarire la mia posizione”. C’era poco da chiarire: ero in una posizione di torto ed un esborso da parte mia era inevitabile.

Entrai nel container e venni accolto da tre addetti in divisa. Su una parete dell’ufficio da campo notai una mappa geografica della Bosnia e colsi subito l’occasione per avvicinarmici.

“Ragazzi”, dissi in Inglese ammirando la mappa.
“Qualcuno di voi sa dirmi dove posso pescare trote qui in Bosnia?”
Ci fu un attimo di silenzio. Poi, l’anziano del gruppo mi si avvicinò con un mezzo sorriso e cominciò a indicarmi diverse località sulla cartina. Mi suggerì, ami, esche, luoghi in cui pernottare. Parlammo di lenze, canne da pesca, mulinelli e ci vantammo ognuno di catture passate. Parlammo amichevolmente per circa 20 minuti ed alla fine mi sentii dire:

“E meglio che tu vada ora e buona pesca”. Inforcai la moto ed entrai in Bosnia liberamente.

Pakistan

Tra Pakistan ed India le relazioni sono sempre state molto tese al punto che ottenere un visto per l’India ad Islamabad (Pakistan) non è impresa semplice.

English

Schengen

Land border crossings are frictionless and seamless events between those nations that have undersigned the Schengen agreement in Europe. In fact, it can be said that the only indication of a border crossing in Europe these days is a slight change in the design of road signs and perhaps a variation in road surface quality, too. Occasionally one might also find a signpost that seems to yell out :

“Hey you on the bike. Look here, you’re in France, Slovacchia… Italy now. Take note!"

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Frictionless borders in Europe

Far away from Europe things aren’t quite as straight forward as this though. In fact just a little further east of Romania and land border crossings can be quite an ordeal, occasionally an unpleasant one too.

In my experience there are borders that need time and patients (Russia, Myanmar) and others (the majority) where the forms you are required to fill in are written in English and the border officials are helpful.

Regardless, there is a rule I've learned to apply with border officials that has helped me minimised headaches and anxiety with bureaucracy. There's no trick involved and it simply has more to do with strategy than anything else.

A couple of examples might help explain.

Bosnia

I reached Bosnia early on a Friday afternoon in April. I new there was an issue with one of my travel papers that could stop me from entering the country but I chose to try my luck at the border all the same.
I passed my documents to Bosnian border guard at the barrier: passport, road book, insurance, carnet de passage and waited anxiously on my machine. Perhaps nobody would notice the omissions on my papers and I might make it into Bosnia without ado, I thought.

Of course the issue with my papers was spotted and I was thusly invited to park my bike and make my way to the immigration office (an old porta cabin) to explain myself. There was nothing much to explain and I knew it. I’d been caught and now probably had to part with some cash to get out of the situation I was in.

Inside the cabin I was greeted by three busy looking uniformed border guards. I noticed a map of Bosnia attached to one of the cabin walls and quickly stepped up to it for a closer look.

“Guys” I said as I admired the map.
“Can any of you tell me where I can go fishing for trout here in Bosnia?”
There was a moment’s silence. Then the senior guard smiled and joined me in front of the map.
He started pointing at locations whilst describing roads and routes. He went on to tell me about baits, hook sizes, and fishing lines. We then talked about rods, reels and each of us boasted a little about our prized catches of the past. Twenty minutes went by without a hint at the issue of my travel documents.

“I think you best go now and good luck with the fishing”, said the official at the end of our chat. I rolled into Bosnia without any further hassle.

Pakistan

Relations between Pakistan and India have always been strained to say the least and seeking a visa for India in Islamabad (Pakistan) is by no means an easy task.

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Finally made it to India

L’agenzia locale a cui mi rivolsi a tal fine mi avvertì che i tempi sarebbero stati lunghi e che mi sarei dovuto armare di pazienza. Attesi dunque per oltre un mese ma l'unica risposta che ebbi dall'agenzia fu la solita : “I’m sorry sir, still no update on your visa”.

Giunto al limite della pazienza, riuscii ad ottenere una udienza direttamente all’ambasciata indiana per cercare di sveltire la mia pratica. Venni accolto da due di funzionari indiani.

“Per quale motivo vuole entrare in India?” mi chiesero.

Colsi l'occasione al volo. Spiegai di essere un viaggiatore un pochino alternativo, in motocicletta per la precisione, interessato alla cultura indiana, alle etnie dell’India, alla cucina col curry ed alle meraviglie naturali di tutto il subcontinente. Dal Punjab al Ladakh ed al Rajasthan la mia voglia di vivere ed assaporare le delizie del sud asiatico era grande (e lo era davvero).

Fu la parola “motocicletta” che accese l’interesse dei miei interlocutori. All’improvviso vollero sapere del mio mezzo e delle mie esperienze di viaggio. Dov’ero stato, cosa avevo visto, quali paesi mi erano piaciuti di più. Il cibo, le donne, la birra, il vino e naturalmente mi dettero la loro opinione sulle moto italiane, giapponesi ed indiane.

Alla fine della chiacchierata tra sorrisi e commenti incoraggianti i due mi concessero un visto per l’India seduta stante, valido per sei mesi.

Qual’è dunque la regola a cui ho accennato?

Nei momenti in cui si ha a che fare con autorità in divisa (soprattutto di confine) serve connettere con la persona che sta dietro all’uniforme. Occorre fare breccia nella corazza della formalità e cercare un collegamento con la persona bypassando il ruolo che riveste.

Sembra una banalità? Non lo è. Per riuscirvici occorrono intuito, fortuna, un pizzico di carisma ed attenzione. Gli addetti ai controlli di frontiera non sono certo degli sprovveduti.
Ad ogni modo, pesca, caccia, trekking, sport, motori, cibo: ecco alcune delle chiavi da provare !

The visa agency made it quite clear that things would take time and that I needed to be patient. And so it was that my patients was put to the test for a month. Nothing happened, nothing moved, no visa. I resolved to getting an appointment directly with the Indian embassy to discuss my situation. Here I was met by a couple of officials.

“For what reason do you want to travel to India?” I was asked.

This was my chance…I told my interlocutors that I was an overland traveller on a motorcycle, that I was passionate about their country and its huge variety of culture, it’s natural beauties and rich cuisine. From Punjab to Ladakh to Rajasthan I couldn’t wait to explore and behold all I could of the subcontinent. (All true by the way).

Amongst all my spiel, it was the word “motorcycle” that triggered the response I hoped for. Suddenly my audience was alive and interested. What bike was I riding? Which countries had I travelled through? The sites, the food, the beer, the wine, the ladies. What about Italian machines and where did I intend ride to in India? The conversation flowed and at the end... I was granted a six month visa that very morning.

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Borders and Uniforms

What’s the take away in all of this?

You need to get to the person behind the uniform. You must break down the officialdom and engage with the person behind the dress. If you can find a key to his/her interests then dealing with anyone becomes easy.

Sounds easy enough? It isn’t. To pull it off you need intuition, luck, conversation skills and a touch of charisma. It doesn’t always work either, border officials can often see right through your intentions if you're not careful.
However, hunting, fishing, motors, hiking, food…these are some of the keys to try!

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Ominous warning at the gates of Myanmar


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