Siamo arrivati a questo punto... - 32° parte


Immagine CC0 creative commons

Archiviata l'incidente con la vigilessa di merda, restava il fatto che la licenza tardava ad arrivare, per cui sguinzagliammo nuovamente il nostro geometra, e incominciò uno di quei bracci di ferro, tra noi da una parte e l'ufficio dei vigili sanitari dall'altra, che non vi dico, una cosa infernale, loro sembravano essere inamovibili, il soppalco del negozio di destra, quello dove c'era l'ingresso e che aveva una copertura parziale, dove essere necessariamente ridotto a una superficie pari a 1/3 di quella totale sottostante...

A nulla valsero le nostre rimostranze, il far presente che c'erano negozi ben famosi, sulla bocca di tutti, che non rispettano le misure da loro richieste, uno in particolare aveva un'altezza di 2,40 metri, per cui noi, tutto sommato, in confronto a quel locale, eravamo messi decisamente meglio, ma tutte parole vane, tutte parole all'aria, per cui dopo un infinito tira e molla, si giunse a una specie di compromesso storico...

Dovevamo per forza arretrare di circa un metro lineare il soppalco del negozio di destra, fare una finta ringhiera, per rendere la cosa verosimile almeno in apparenza (tutti sapevamo che come ci sarebbe stata consegnata la tanto sospirata licenza il soppalco sarebbe ritornato al punto in origine, contattare questa volta direttamente i vigili sanitari per un sopralluogo di verifica delle nuove misure, e poi loro stessi avrebbero firmato il benedetto nullaosta alla nostra licenza...

Tutto bene, tutto a posto, almeno in linea teorica, ma il nostro geometra, per scrupolo, fece un'ulteriore domanda direttamente al capo dei vigili sanitari, chiedendogli che non ci fossero sorprese, perché le travi del soppalco dovevano rimanere dov'erano, in quanto spostarle indietro avrebbe avuto un pesante costo e una difficoltà di realizzazione altissima, già tagliare tutta la serie di asse di legno, immaschiate una dentro l'altra, che componevano il pavimento del soppalco, sarebbe stato un vero casino, perché nella superficie sottostante avevamo esposto l'abbigliamento sportivo (tute, felpe, t-shirt e altro ancora), in effetti continuammo a trovare minuscoli trucioli di segatura allegramente a spasso per il negozio per diversi mesi dopo l'esecuzione di quel lavoro...

Ci venne garantito, tramite un accordo informale verbale, che non avremmo avuto ulteriori problemi, che la questione si sarebbe risolta in quella maniera, senza altre dilazioni temporali e disagi vari, per cui non ci restò altro da fare che chiamare un falegname, per eseguire quel doloroso taglio di legno, che creò tantissimo disagio, e contemporaneamente montare una ringhiera vera e propria per quella nuova configurazione di quel sacrosanto soppalco, una volta terminato quel lavoro, che in ogni caso ci costò la bellezza di 850 mila lire (anno 1992, erano ancora bei soldini davvero), comunicammo il tutto al direttore dei vigili sanitari tramite il nostro geometra, entro pochissimi giorni ci sarebbe stato il definitivo sopralluogo finale e, salvo ulteriori imprevisti che in ogni caso non ci sarebbero dovuti essere, finalmente sarebbe stata partorita la nostra sudatissima, desideratissima licenza commerciale per l'esercizio del commercio di articoli sportivi e accessori di abbigliamento, o almeno era quello che noi speravamo tanto...

Continua...

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