#5cosebelle: Estate

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Cetara, Costiera Amalfitana

Ci sono posti dove nulla cambia.
Dove ogni volta che torni sei a casa.
Dove qualche dettaglio si modifica, ma la sostanza resta la stessa, da sempre.
Un paese che è come una città, minuscolo eppure grandissimo nelle parole di chi lo abita. Un groviglio di case arroccate alle montagne che si affacciano sul mare.
Un piccolo golfo denso di vita.
Di ricordi.
Di bellezza.
Ricordi che si rincorrono, cose che si ripetono, fattI che ritornano, volti con qualche ruga in più ma agli stessi posti: un paio di ragazzi al tavolino del bar, bambini ora ragazzini a dare calci ad un pallone, persone che passano e spassano davanti allo stesso uscio ripetutamente, come un ingranaggio perfetto di un orologio che più volte ripete lo stesso incastro. Un piccolo mondo che non ha bisogno di molto altro: un orizzonte blu sconfinato, la brezza marina che graffia la pelle - perennemente abbronzata - quel profumo di agrumi e crema solare che si sente nell’aria. Profumo d’estate. Da sempre, da che ho memoria, una parte della lunga estate che vivevo è ambientata qui, tra queste stradine fatte di scale ripide, salite e discese, bagni notturni, gelati per pranzo e cena mentre un trenino sgangherato ci faceva divertire come il miglior lunapark del mondo. Una casa, o forse due, tre, tutte familiari, tutte ugualmente casa. È incredibile quante case nascoste possa contenere una così ristretta porzione di terra. Ho vissuto estati in un numero indefinito di casette, sempre lì, sempre quell’angolo nascosto di costiera. Se non lo sai, passi avanti all’imbocco del paese senza nemmeno farci caso. Passaggi segreti, angoli nascosti. Nuotate fino alla spiaggetta inaccessibile a piedi, tuffi in mezzo al mare dalla prua di una barca, scorrazzare nel buio della notte tra le onde con la sola luce delle stelle, della luna, dell’allegria contagiosa di una boccata di fumo e di un liquido freddo ma inebriante. Estati di crescita e di spensieratezza, senza orari e senza fatica, seppur il lavoro non mancasse mai.
Anno dopo anno, trovare conforto nel sapere che mentre tutto cambia freneticamente e vorticosamente, e a stento si riescono a mettere in fila anni- luoghi- eventi, ci sono posti immobili che sono come li hai lasciati. Non importa quando, troverai tutti lì, ai propri posti, a mettere in scena una volta di più lo spettacolo dell’estate. E tu, perennemente osservatore, ti rallegrerai e rattristerai al contempo, per quella dannata malinconia che inevitabilmente avvolge le cose amate. Quelle che si sono amate incontenibilmente e che a un certo punto cambiano, ma senza poter fare a meno di godere di quel ricordo di bellissima felicità.
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