Papaveri

Di solito tendo a non fare il bacchettone contro le novità, le mode e le nuove tecnologie.
Anzi, sono un grande sostenitore di tutto ciò che rappresenta un futuro più smart e migliore.
Oggi, tuttavia, sarà la pioggia, sarà l'attacco nostalgico che mi ha preso mentre guardavo vecchie foto, che mi ha fatto pensare a quanto certi valori si stiano perdendo più andiamo avanti.
Tutto per dar spazio alla frenesia, all'esibizionismo e ostentazione, non necessarie.
Questo un po' mi dispiace, perchè non lo vedo così necessario per stare al passo coi tempi, anzi lo vedo più come una scusa per renderci "allocchi".
Così, mentre osservavo una foto scattata nel '94, mi sono venute in mente una serie di immagini che associo alla mia città natale, Scandiano, in provincia di Reggio Emilia.
Mi sono tornate in mente i papaveri, i campi di grano, il contatto con la natura che ho dimenticato negli anni, da quando mi sono trasferito a Milano.
Non me ne vogliate, adoro Milano, ma è pura nostalgia, sono un essere umano con moltissime sfaccettature e facilmente influenzabile dal meteo.
Di seguito riporto un testo di una canzone che non è mai stata ultimata, ma che ho sempre sentito mio, specie perchè scritto in un periodo in cui reputavo la musica una poltiglia di plastica omologata, senza più significato.

sunset-174276_1920.jpg

https://pixabay.com/it/tramonto-papavero-retroilluminazione-174276/

"Papaveri"

"Oggi,
giù a testa bassa, sguardo sullo schermo
mani sullo sterno
pregando un Dio emerso dall'inferno
si bruciano il cervello
ho un ricordo in mente, che non era questo
casa, campagna, un bambino che usa la fantasia
gli bastava poco per creare la magia,
viaggi intorno al mondo, avventure nel profondo
assieme ai suoi eroi, eroi che sono morti
e giacciono sepolti nei ricordi
casi irrisolti, poteri per pochi, problemi per molti, segni sui volti
pochi passi al Matrix,
come da programma alla Enrico Papi,
mi manca la campagna e le cose naturali
ciò che registro lo scrivo per me
quello che ho visto si narra da se

viviamo come iene
ma dentro siamo lupi
che predicano bene
per sfuggire a tempi cupi
E' tutto già pronto senza che lo snaturi
mi manca la campagna e i suoi papaveri

E se prima c'era un libro
a dar libero arbitrio
alla fantasia
ora metti like e condividi questa epidemia
sentiti libero in questa monarchia
copriti quei lividi e lasciali andar via
tutti coi contatti, ma pochi con tatto
cerco contatto, ma sbaglio tutto quanto
e quelli con pochi like sono sporchi,
stiamo diventando quadri amorfi
vuoi che ti si guardi, ma non che ti si tocchi
siamo nuovi zombie, alla ricerca di orizzonti
eravamo cani sciolti ora rimangono ricordi
della vita reale, siamo pesci nella rete digitale

viviamo come iene
ma dentro siamo lupi
che predicano bene
per sfuggire a tempi cupi
E' tutto già pronto senza che lo snaturi
mi manca la campagna e i suoi papaveri..."

rainbow-background-1149610_1920.jpg

https://pixabay.com/it/priorit%C3%A0-bassa-del-rainbow-1149610/

fatemi sapere cosa ne pensiate.
Stiamo davvero perdendo il controllo e la personalità con i social e le tecnologie?
A mio avviso tutte queste ultime rappresentino un grosso passo avanti, ma temo che vengano sempre utilizzate (dagli utenti ovviamente) sfruttando al minimo le loro vere potenzialità.

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