Tema: Fuga
Ambientazione: Parco divertimenti
proposto da @isakost
Pixabay
Quando Eva conobbe Adam, lei aveva 16 anni e lui 17 ed era una calda giornata di mezza estate che entrambi si erano trovati a trascorrere, quasi per caso, al parco acquatico della loro città. Era un acquafan abbastanza grande e fornito, pur non trovandosi in una località di mare, con scivoli di ogni tipo, un percorso su gommoni singoli immerso nella vegetazione, una grande piscina con onde periodiche e altre attrazioni e giochi d’acqua. Nei weekend di luglio e agosto organizzavano persino tornei di calcio saponato su “campi” plastificati.
Quel sabato, Adam aveva appunto accompagnato alcuni amici che intendevano partecipare al torneo e, perché no, mettersi in mostra con qualche pollastrella. Lui di giocare non aveva molta voglia e quanto alle pollastrelle aveva già da tempo sviluppato una tecnica di approccio ben diversa dal “mettersi in mostra” preferito dagli amici, ma si era unito al gruppo per offrire supporto morale, sia per l’una che per l’altra impresa. Eva era invece stata trascinata al parco acquatico dalla cugina quindicenne e dalle sue amiche, le cui madri avevano tutte concordato che la presenza di una ragazza più grande, oltre che matura ed affidabile come Eva, fosse auspicabile per tenere le fila del gruppo.
In effetti, le povere signore sottovalutavano molto la scaltrezza delle figlie, mentre Eva era ben consapevole di avere una ben limitata capacità di contrattazione con quattro ragazzine in fregola. Perciò era stata ben felice di acconsentire a non intromettersi nei traffici amorosi delle ragazze purché ciascuna di loro promettesse di non rimanere mai senza almeno una delle altre durante la giornata e tornassero tutte almeno ogni paio d’ore all’ombrellone a farsi vedere.
Le quindicenni, dal canto loro, erano molto incuriosite da Eva, più grande di solo un paio d’anni ma già tanto più donna di loro come di buona parte delle sue coetanee. Alla loro scuola aveva anche una certa reputazione… aveva molto successo tra i ragazzi e pareva avesse avuto già più di qualche storiella, ma nessuna simpatia durava e non era chiaro se fosse lei ad allontanare gli spasimanti (o addirittura amanti) o loro a stufarsi di lei. In ogni caso, alle ragazze sarebbe piaciuto immensamente scoprire quale fosse il suo segreto per attirare così i ragazzi. A tenerseli, poi, ci avrebbero pensato eventualmente per conto loro.
Giulia, la capetta del gruppo, sosteneva che in realtà il “segreto” di Eva fosse semplicemente che era una facile e che quindi i ragazzi la avvicinavano per una cosa sola e, una volta ottenuta, se ne dimenticavano. Sara, la cugina di Eva, in cuor suo pensava Giulia fosse solamente gelosa ed era piuttosto convinta che fosse Eva a stufarsi presto dei ragazzi che le ronzavano intorno. Cercava semplicemente qualcosa che non aveva ancora trovato. Ma nel gruppo era Giulia quella considerata esperta di questioni amorose, essendo l’unica di loro ad avere già un ragazzo, tra l’altro più grande e molto figo. Erano usciti solo un paio di volte, ma Giulia era sicura di averlo in pugno: avrebbe fatto la preziosa per qualche settimana e alla fine avrebbe ottenuto una confessione d’amore in piena regola prima di concedersi a lui. Non era mica una facilina, lei.
Peccato che al parco acquatico le quattro ragazze avessero per caso incrociato il tanto decantato Adam, il quale era caduto completamente dalle nuvole alla notizia che Giulia lo considerasse il proprio ragazzo. Si erano conosciuti oltre due mesi prima e da allora avevano preso giusto un gelato assieme, pochi giorni dopo il primo incontro. Ogni tanto si scambiavano qualche messaggio, ma sempre su iniziativa di Giulia che aspettava sempre Adam trovasse il coraggio di fissare un nuovo incontro. Invece a mancargli non era evidentemente il coraggio bensì proprio l’interesse. Anche perché, aveva pensato Adam tra se e se, lui era attratto dalle donne e Giulia, aveva capito quasi subito, era ancora poco più che ragazzina, con la testa piena di sogni e di idee un po’ antiquate. A quella festa aveva sì cercato di baciarla, ma aveva capito in fretta che i loro interessi e la loro idea di relazione sicuramente non combaciava e, dopo quel gelato, non l’aveva più cercata. D’altra parte, il “corteggiamento” di Giulia era stato talmente limitato da far credere ad Adam che la giovane fosse giunta alle sue stesse conclusioni e gli scrivesse ancora, ogni tanto, giusto in amicizia.
Non avendo assistito personalmente all’incontro, ma sentendo la storia dalle altre ragazze, Eva non aveva saputo trattenere una risata. Giulia l’aveva fulminata con lo sguardo e si era rifiutata di parlarne ulteriormente con lei, continuando peraltro a pontificare sulla purezza del suo amore per Adam e su quanto fosse ingiusto che i ragazzi, al giorno d’oggi, perdessero tempo con delle facili sgualdrine piuttosto che con delle ragazze serie che avrebbero potuto renderli sicuramente più felici. Lamentele, occhiatacce e frecciatine erano andate avanti talmente a lungo che Eva aveva rinunciato a leggere il proprio libro godendosi il sole ed era andata in cerca di distrazioni.
In fuga entrambi dai rispettivi gruppi, sebbene per motivi diversi, Eva e Adam si erano incontrati al bar della piscina dove Eva aveva avuto il privilegio di osservare Adam dare il meglio di sè nel sedurre una cameriera di almeno dieci anni più vecchia di lui. E con un discreto successo. Colpita dalla faccia tosta del ragazzo, aveva attaccato bottone. Colpito dalla determinazione di lei, Adam non aveva perso tempo a concentrare i suoi sforzi sulla nuova arrivata. Solo quando si era presentato Eva aveva capito che si trattava dello stesso Adam di Giulia e rise di cuore tra se e se pensando a quanto la povera ragazza si fosse potuta sbagliare sul conto dell’oggetto dei propri desideri. Coppia peggio assortita non avrebbe potuto esistere.
Eva e Adam, invece, si erano riconosciuti subito come anime affini. Lei smaliziata, sicura di sè e ben sicura della propria sessualità. Lui seduttore, intraprendente e senza peli sulla lingua. Volendo trovare un po’ di intimità, Adam aveva invitato Eva a fare con lui un giro sui gommoni e, alla seconda piscinetta intermedia, avevano approfittato di un momento in cui non passava nessun altro bagnante e si erano issati oltre il bordo della piscina, per trovare riparo nella vegetazione immediatamente circostante.
Coperti dall’ombra e dallo scoscio dell’acqua, oltre che dalle risate e dal vociare dei passanti, che per nulla si curavano delle piante che lo circondavano, avevano chiacchierato e riso ancora fino a che dalle parole non erano passati presto ai fatti, intervallando commenti a carezze e risate a baci sempre più appassionati fino a consumare lì, a nemmeno un’ora dal loro primo incontro, il reciproco amore.
Giulia aveva evidentemente ancora tanto da imparare sia su come si conquista che si come ci si tiene un uomo.
Purtroppo questa è solo una bozza del racconto che avrei voluto scrivere e che, purtroppo, questa settimana alla fine non sono riuscita a completare in tempo. Lascio comunque qui questa traccia, non volendo perdere il filo delle varie sfide e decisa se non ad emulare @serialfiller quantomeno a cercare di ambientare ogni racconto nella vita dei miei undici ormai noti personaggi. Spero di riuscire ad elaborare meglio il tutto nei prossimi giorni.
nei precedenti racconti IL PRANZO DI FAMIGLIA e A FETLIFE STORY. Adam è il protagonista del racconto SULLA STRADA DI CASA.
Sicuramente compariranno ancora.
Mae West
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