TRAMONTO

È il tramonto ormai.
Guardai la finestra che dava sul soffitto. La luce filtrava solo da là, ma per me bastava e non mi interessava più. Però quel tramonto con quei colori intensi che andavano dal viola al rosso, risvegliarono leggermente la mia attenzione.
Il mio cervello stanco e consumato dalla vita faceva fatica. Non riuscivo a inquadrare bene la situazione...
Ora ricordavo... mio figlio era passato?
Avevamo litigato! Perchè? Ora mi sfugge...

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Immagine CCO creative commonsImmagine CCO creative commons

Che bello quel tramonto. Il sole si deve essere tinto di rosso. Presto sarebbe scomparso, andando a illuminare l'altro capo del mondo. Un tempo ne ero affascinato, tutto ciò che mi circondava mi piaceva. Io ero un pittore e le mie opere erano apprezzate, amate e ricercate. Ero pieno di persone che mi circondavono.
Ora dove sono? Sfumate come...
Dove sono le mie sigarette? Quelle sì che mi capiscono, loro sono l'unica cosa che ho, mi riempiono i polmoni di fumo, colmano la mia solitudine. Ah ora ricordo, quell'imbecille di mio figlio le ha buttate dalla finestra... come ha fatto se la finestra è così in alto?
Mah, non importa... Abbiamo litigato per questo? Forse... No non per questo. Voleva qualcosa...ma mi sfugge... Mi alzo barcollando e vado nell'armadio. Quello non me lo può toccare. Anche quello per fortuna allevia la mia sofferenza la mia paura della solitudine.
Lo apro, dentro c'è una bottiglia. Dove ho messo il bicchiere? Dimenticavo...è sempre vicino alla bottiglia! Non ho più voglia di fare su e giù per questa stanzetta. In più mi fanno maledettamente male le gambe, purtroppo non mi tengono più. A volte mi succede di ritrovarmi per terra. Alzo le spalle, dall'ultima caduta mi è storto anche un forte dolore alla schiena.
Mi verso un po' di quel meraviglioso liquido rosso, come il cielo sopra la mia testa.
Bevo...
Ecco ricordo. Mio figlio è passato, era anche molto preoccupato per la mia salute.
E perchè mai? Passerà anche questa... Ora che riesco a ragionare meglio ripenso a me, come ho potuto ridurmi così? Ero un giovane dotato, amavo dipingere, amavo la natura che mi circondava. Riuscivo a vedere in lei ciò che si rifletteva nella mia anima, dopo di che la mia mano si muoveva, creando. Da giovane mi piaceva ridere, scherzare, uscire con i miei amici e andare a ballare. È in quell'occasione che incontrai colei che ha riempito la mia vita. Silvia era bella, occhi azzurri un poco sognanti, ingenua e buona. Aveva un solo difetto, se aveva la giornata "ispirata" diceva quello che pensava e spesso le persone non gradivano molto. L'amavo, non sapeva disegnare ma amava l'arte, e rimaneva ad ascoltare affascinata le mie aspirazioni. Ci sposammo due anni dopo, nostro figlio, Davide, nacque dieci mesi dopo. Ricordo che per lavorare e portare uno stipendio regolare accettai un lavoro come impiegato. Un lavoro noioso, che certo non stimolava la mia fantasia.
Iniziai a fumare...

Ricordo! Silvia un giorno, esasperata, le fece volare fuori dalla finestra!

Passarono gli anni. Il nostro rapporto cominciò a incrinarsi. Lei si era spenta impegnata a badare a nostro figlio e alla casa, io non disegnavo più annoiato dalla routine di ogni giorno e dai costanti problemi lavorativi. Fu così che cominciammo a litigare, i motivi erano sempre futili, le persone a noi troppo vicine si misero tra noi, finché stremati ci lasciammo. Io, però, la amo ancora... credo che anche lei... Dove sei Silvia mia! Abbiamo sbagliato, perchè abbiamo lasciato che troppe cose e troppe persone si mettessero tra noi!
Guardo il cielo, i colori si stanno scurendo. Tra in po' sarà notte.
Comincio a sentirmi stanco, la mia mano trema, il bicchiere mi sfugge.
Cade.
Sento che si sbriciola sul pavimento... alzo gli occhi al cielo, ora devo pulire. Domani. Ora desidero dormire. Mi alzo a fatica, il dolori non mi lasciano in pace, e sento che faccio fatica a respirare, molta fatica.
Mi stendo sul letto, chiudo gli occhi.
Domani pulirò.
Domani mi sentirò meglio.

Mi sveglio di soprassalto, è la voce di mio figlio! Ma perché non mi lascia in pace! Deve sempre rompere i coglioni! Improvvisamente, però mi rendo conto che c'è qualcosa di nuovo, respiro male. Non riesco a parlare. Non c'è solo mio figlio, ma un altra persona che dice con tono urgente
"Insufficienza respiratoria! È da chiamare subito!!!"
"Papà sono qua!" Sento mio figlio vicino a me, allungo la mano e gliela stringo forte. Sto morendo, ora me ne rendo conto, probabilmente ho esagerato.
Quelle sigarette...il vino...
Ora ricordo perché litigavo. Voleva chiamare il medico e farmi controllare. A dire il vero, erano giorni che era da me per questa ragione. Povero figlio mio, sembra distrutto.
Vicino a lui c'è il mio medico sta chiamando qualcuno, sento che dice che è urgente.
"Ora vorrei stare tranquillo." sussurro a mio figlio ancora con la poca voce che mi ritrovo.
Lui si alza, ha gli occhi lucidi si avvicina al mio orecchio "Perché non mi hai ascoltato c'è sempre un altro modo per risolvere i problemi..." vedo una lacrima, povero figlio mio... "Ti voglio bene..." conclude.
Vorrei rispondere, ma qualcuno lo fa spostare, è un uomo giovane con un tutone arancione. Mi alzano la maglietta logora, credo che mi oscultino il cuore, poi spariscono dalla mia vista e ricompaiono con uno strano trabicolo mettendomi una mascherina...ora respiro con meno fatica... ma è fastidiosa, provo a togliela. Qualcuno mi ferma gentilmente.
Tra tutto quel trambusto compare lei, la mia Silvia! Ma è giovane sorridente, come quando eravamo giovani. Mi vergogno un poco, io sono così trasandato... e mi sussurra allungando la mano " Vieni..."
Faccio un gran re-spiro... e le prendo la mano e mi alzo.
I dolori scompaiono all'istante.
In compenso attorno a me si crea lo scompiglio più completo. Perchè? Io ora sto bene... sento anche la voce di mio figlio
"No...no! Per favore, no!!!" Guardo la finestra, dove poco prima c'era quel meraviglioso tramonto. Ormai è notte. Lo devo assolutamente riprodurre domani. Ho una grande voglia di ritornare alla mia passione!
Guardo Davide. Mio figlio piange, guardo lei. Si lo so...non mi vedono... mi avvicino a lui "Finché non avrai sbrigato tutti i miei affari ti starò vicino." gli dico. Lui alza la testa...mi ha sentito.Lui sorride, piange ancora. Guardo Silvia. Le sorrido, a mano come un tempo ci allontaniamo, di nuovo assieme.

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