Un vecchio numero di telefono
Quel ricordo era ancora vivo, la tormentava, la affliggeva.
Quante notti passate insonni, perché il destino era stato così cinico con lei, non si stancava di ripeterselo.
Era stato duro dimenticare.
Ma aveva veramente dimenticato, oppure quei ricordi erano stati momentaneamente accantonati, per ritornare al momento opportuno più vivi di prima. Erano questi i pensieri che le passavano per la mente veloci come saette infuocate.
Il bagliore del sole le faceva stringere gli occhi, cercando di asciugare quelle lacrime che le avevano inumidito il viso.
Ha pianto, quasi come una stupida.
Ha giurato di non farlo mai più.
Perché è successo!! Non sarebbe dovuto succedere.
Voleva ad ogni costo convincersi che Luigi non rappresentava più nulla per lei, ma nel suo intimo era consapevole che non era così.
Basta!
La depressione, il dimenticare e il ricominciare non era stato facile. Ce l’aveva quasi fatta. Era ritornata a sorridere, a stare con gli amici, voleva ad ogni costo impadronirsi nuovamente di se, del suo corpo, gustarsi appieno la gioia ed i piaceri della vita, completare gli studi universitari.
Quell’incontro di due giorni prima, così fuggevole l’aveva turbata. Sono bastati pochi attimi, un sorriso sbirciato velocemente, un’alzata di mano.
Il suo sguardo con insistenza cercava di raggiungere il suo, ma lei andava dritta come se avesse visto un fantasma.
Ma di colpo quel fantasma è comparso nella sua mente, da due giorni la destabilizzava, prendeva il sopravvento e dominava i suoi pensieri.
Ecco quella determinazione che aveva cercato di costruire in due anni si era rivelata ancora fragile, del tutto inesistente, spazzata via da un solo sguardo.
Non riusciva più a controllarsi, il corpo procedeva autonomamente, perdeva sicurezza, le pulsazioni cardiache aumentavano vertiginosamente, il sangue scorreva più veloce.
Il suo corpo era pervaso da una sensazione di conflittualità e senza accorgersene aveva stretto i denti cosi forti che le mascelle le facevano male.
Si sentiva accaldata, il fragore delle onde e quella incantevole rilassatezza era già svanita. Avvertiva uno stress psicologico, un uragano di immagini, sensazioni, di colpo tutto si fermava, per dare posto ad un vecchio numero di telefono che aveva, anni prima annotato sul taccuino, quel numero che non ricordava più di avere.
Stava forse vivendo un sogno tumultuoso, ai confini dell’immaginario e del reale, aveva bisogno di un segno tangibile che fosse veramente sveglia.
Era proprio sveglia ed in un attimo i ricordi di Giada ricominciarono a riaffiorare.
Tutto era bello, iniziato come se fosse una favola, ricordava il loro primo incontro...
Lei un misto di dolcezza e semplicità, gelosissima dei suoi lunghi capelli.
Era molto silenziosa, non era semplice entrare nel suo mondo, all’apparenza sembrava quasi si desse arie.
Invece, era solo il suo modo di relazionarsi.
Soltanto conoscendola e soltanto fidandosi apriva il suo cuore.
Curiosa della vita, innamorata del mondo e delle sue bellezze.
E poi un giorno come per incanto incontrò lui, un uomo maturo, affascinato dalla bellezza femminile, in un solo sguardo riusciva a focalizzare in una donna la sua vita, abile osservatore di dettagli.
Si presentava come un uomo di altri tempi, galante, sapeva di piacere e questo lo rendeva forte.
Il suo portamento alquanto elegante, vestito con camicie, giacche, pantaloni, sempre abbinati; aveva un orologio per ogni occasione.
Lasciava un profumo intenso al suo passare.
Era alla perenne ricerca dell’amore vero, sino ad ora mai incontrato.
Quando un giorno, incontrò come d’incanto lei, ne rimase affascinato.
Aveva un filo di trucco, niente più, immersa in un vestito stretto sopra e sotto largo, con alla circonferenza un fiocco, e quei capelli che volavano nella direzione del vento.
Ne rimase folgorato, lei era LEI.
Per un attimo pensò che forse era solo apparenza, lei era uguale a tutte le altre e per l’ennesima volta avrebbe fallito.
Ma dentro sé il suo cuore lo guidava.
Forse sarà stato il destino, ma le caddero dei fogli a terra.
Lui l’aiutò e quando gli sguardi si incrociarono, la luce di quegli occhi penetrò nella sua anima.
Ma forse le favole non esistono, Giada visse un amore solo apparente ed illusorio, che da un giorno all’altro svanì.
Dove sei? Era sparito.
Giada si chiese:<< perche non mi chiama più amore, perché non mi vuole vedere, perché non mi dice che gli manca sentire la mia voce, che mi vorrebbe baciare, abbracciare, guardare negli occhi per ripetermi infinite volte quanto mi ama>>.
In questi giorni la sua mente era tormentata, non riusciva a crederci che fosse tornato.
I giorni scorrevano, insieme alle sue lacrime.
La paura e la gioia, l’amore e l’odio.
Desiderava prendere quel numero di telefono ed agire d’istinto, per una volta nella sua vita, contro ogni forma di razionalità, nonostante la paura di poter soffrire ancora, ancora e ancora.
Desiderava chiedergli il perché di tanto dolore? Come si può fuggire così, perché?
Dirgli tutto quello che pensava e poi chiudere per sempre.
Oppure chiedergli cosa fosse successo, se la spiegazione fosse un’altra; mostrandosi come la ragazza gentile e ben educata che era sempre stata.
Chiedendo di raccontarle dove fosse stato e come avesse trascorso le sue giornate e se l’avesse mai più pensata.
Giada era confusa, ritornò a casa, si mise sul divano e si addormentò, senza aver preso una decisione, solo il riposo le avrebbe permesso di schiarirsi le idee…