Città di Trieste, Colle di San Giusto, panchina preferita.
Ottobre inoltrato.
Quando ero un ragazzino appena maggiorenne, uno sciamano mi disse che il suo compito era proteggere questa collina, e che forse un giorno avrei dovuto occuparmene io.
Non saprei.
(Foto di PAOLO FERRARI da Pixabay)
Quando incontriamo certi personaggi è sempre difficile stabilire delle linee di confine tra verità, suggestione e autosuggestione, ammesso e concesso che certi confini esistano realmente.
Sta di fatto che qui c'è qualcosa, è evidente.
Quando mi siedo qui la timidezza svanisce e con essa molte preoccupazioni; divento più gentile con le persone e anche loro sembrano gradire la mia discreta presenza. Gente che normalmente mi ignorerebbe, si incuriosisce per un nonnulla e spesso desidera parlare con me.
Sento che qui niente e nessuno può fermarmi. È il mio posto magico, il mio superpotere, la sensazione di giocare in casa.
Se scrivo a casa basta una citofonata a farmi venire voglia di aprire il fuoco, e qualunque cosa è in grado di distrarmi per ore, compresi gli insetti e il calciomercato. Succedeva anche quando avevo un ufficio.
Qui, invece, ho scritto un capitolo particolarmente ostico al buio, a notte fonda, a due metri esatti da una festa a base di alcolici, per dire.
Qualche sera prima avevo persino flirtato con una ragazza di mia iniziativa, un'impresa epica per un orso abituato a muoversi nell'ombra, a uscire allo scoperto solo mentre gli altri mangiano o dormono.
Ora però il famoso chiosco di bibite, panini e gelati apre solo di giorno, e questo è un bel problema: dal tramonto all'alba solo acqua di fontana, niente servizi igienici e niente barista (persona squisita nonché grandissima fonte di ispirazione).
Nella stagione fredda funziona così: è dalla serranda abbassata che capisco che un altro autunno è arrivato, non dal termometro che ormai va un po' dove gli pare, per la gioia di Greta e dei suoi.
Per fortuna il primo volume de "Le Arcimaghe" è finito, anche se non avete ancora letto gli ultimi capitoli.
Sono rimasto lontano dagli schermi per un po', ma non saprei spiegarvi la ragione esatta.
(Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay)
Qualche mese fa c'è stato un momento di stress, con qualche problemino di salute. Nulla di serio, ho accettato la cosa serenamente e mi sono riposato; poi ho ricominciato a scrivere, ma mi sono reso conto fin da subito che era cambiato qualcosa.
Ciò che prima era leggero era divenuto pesante, e viceversa.
L'idea del romanzo a puntate, dei social, dei feedback mi intrigava molto; non mi sembrava solo un modo facile e originale per ricominciare, ma anche un aiuto concreto contro l'incostanza che mi affligge dai tempi del liceo. Ci pensi due volte prima di mandare a monte un qualunque progetto, voglio dire, quando ci hai messo il nome, il cognome, la faccia e c'è gente che sta aspettando la puntata seguente.
In effetti, in un primo momento questo metodo di lavoro mi ha molto aiutato, e a tal proposito desidero ringraziare voi di SPI con tutto il cuore, perché siete stati i primissimi - al di fuori della cerchia di amici e parenti - ad aver commentato e incoraggiato.
Col tempo, però, ho cominciato a percepire la cosa in modo differente. Alcuni account aperti qua e là in giro per il web cominciano a puzzarmi di zavorra inutile, e sto meditando di chiuderli - Twitter su tutti - mentre all'inizio non vedevo l'ora di aggiornarli. Il confronto con le lettrici e i lettori sta diventando sempre meno stimolante, nonostante abbiano reagito sorprendentemente bene; viceversa, comincio a contemplare con occhi nuovi l'idea del tradizionale "isolamento letterario", se così vogliamo chiamarlo. Scomparire per un certo lasso di tempo, per poi rifarsi vivi quando si è già seduti su un bel mucchietto di materiale.
Che dire... a volte semplicemente si cambia, no? È passato un anno, del resto.
(Foto di Giuseppe Tavera da Pixabay)
L'ennesimo governo è caduto a suon di promesse mai mantenute, e subito un nuovo governo ha fatto promesse nuove: da una settantina d'anni andiamo avanti così, ma il dubbio che il tavolo sia truccato non ci sfiora nemmeno. La prossima sarà sicuramente la volta buona, e con una bella X su un disegnino tutto cambierà magicamente.
Neoambientalisti da tastiera e cariatidi novecentesche tuttacolpadeigiovani sono pronti a darsi battaglia in tutto il cyberspazio. Chi vincerà? Divide et Impera.
Ho letto diversi libri ambientati nella mia Trieste e mi hanno fatto schifo, tutti. Così ho deciso che appena ho un momento libero li stendo tutti con una raccolta di racconti dedicati alla mia città e alla mia generazione, ma non so ancora esattamente quando.
Mi sono comprato un lettino nuovo, col materasso e tutto. A volte traballa, ma è così comodo... del resto anch'io a volte traballo, quindi se traballiamo insieme alla fine è un po' come stare immobili.
La Juventus ha cambiato allenatore e l'industria del caffè è in profonda crisi: per seguire quello di prima ne occorreva un quintale e mezzo a stagione, ora invece si può tornare a pizza & birra. A proposito, ho scoperto che una delle pizzerie migliori del mondo si trova a cento metri da dove abito e, di conseguenza, ho scoperto anche che si possono avere rapporti sessuali con i carboidrati.
Nel frattempo la città è stata invasa. Cose che capitano...
(Foto di Jonny Lindner da Pixabay)
Alla fine le nuove civiltà venute a pagare pensioni, arricchire il DNA, vendicarsi delle Crociate, insegnare nuovi modelli di vita e via dicendo, sono riuscite a fare breccia anche in questo covo di haters primitivi e xenofobi, finora per larga parte inviolato. L'Amore e l'integrazione hanno prevalso anche qui: bande rivali si contendono finalmente i quartieri nevralgici a suon di coltellate, urla belluine riecheggiano nella notte liberandoci dal fastidio di dover dormire, ciclomotori spariscono qua e là a tutela dell'ambiente mentre le vetrine dei negozi vengono spalmate di vernice spray mista a escrementi creando nuove correnti di arte contemporanea. Questo sì che è progresso, baby!
Alcune zone sono già off-limits nelle ore notturne, e se le loro signorie illustrissime dovessero arrampicarsi fin sulla "mia" collina probabilmente qualche coltellata toccherà anche a me, perché sono un (inserire -ismo a piacere) e non ho nessunissima intenzione di cedergliela.
Ma in fondo chi non morirebbe in nome dell'amore e dell'uguaglianza tra i popoli?
Sono tempi interessanti.
Forse dovrei iniziare a preoccuparmi sul serio, ma non ne sono più capace e non mi va. Altrimenti che gusto c'è a essere fuori di testa?
Per tutta la vita non ho chiesto altro che di riuscire a trovare la mia strada, qualunque essa fosse. Qualunque!
Non si vive solo di spirito, caspita, serve almeno un riferimento, una certezza, un'ancora, uno scopo, qualcosa che sia anche solo lontanamente terreno. Quando questo qualcosa tarda a manifestarsi si sperimentano spesso e volentieri pene indicibili, che a loro volta portano a fraintendimenti clamorosi e infine a livelli di solitudine e sofferenza per i quali non esiste una parola che possa rendere sufficientemente l'idea.
Si possono riportare danni permanenti.
Ora che sento finalmente di aver trovato quel qualcosa, ora che parole come "speranza" o "gratitudine" non sono più semplici voci del vocabolario voglio permettere a me stesso di gioirne finché morte non ci separi, e pazienza se mi sono scordato di sincronizzare l'orologio della felicità sul fuso orario degli altri. Chiamalo pure egoismo se ti fa piacere, non avresti tutti i torti.
E così si va avanti nonostante tutto, nonostante tutti. L'orchestrina del Titanic mi fa un baffo, la parola d'ordine è divertirsi.
Ho finito il primo volume, dicevo; sì perché all'inizio doveva essere un volume soltanto, ma poi Belthran si è messo a fare del sarcasmo e io per il sarcasmo ho un debole. Così ho deciso di ampliare il tutto per poterlo promuovere da comparsa a protagonista, anche se probabilmente una sospensione temporanea dell'avventura si sarebbe resa necessaria ugualmente: come accennavo tempo fa ad alcuni di voi, sono arrivate delle offerte e ad alcune ho detto sì.
Senza contare che questo lavoro non consiste soltanto nello scrivere. Purtroppo c'è tutta una parte organizzativa che finora avevo tralasciato, dal momento che quando non sai ancora cosa e quanto hai scritto certi ragionamenti lasciano il tempo che trovano.
Ora ragionare in un certo modo ha più senso, ma naturalmente anche questo richiederà del tempo. Quando avevo appeso la tastiera al chiodo, da queste parti per gli esordienti non erano rimaste molte alternative:
1- Essere un fuoriclasse assoluto di quelli che nascono ogni duecento anni.
Non sono poi così male, ma temo che questo non sia precisamente il mio caso.
2- Sperare in un colpo di fortuna clamoroso.
Vi ho mai raccontato di quando alcuni amici mi hanno tradito, ho perso l'autobus e un piccione mi ha cagato in testa 7 minuti dopo aver usato l'ultimo fazzolettino, il tutto in mezza giornata?
3- Buttarsi in politica, o "farselo buttare" da un politico che dir si voglia (è la stessa cosa).
Ho un bel sedere, lo ammetto, ma sono ancora un po' all'antica per certe cose.
(Foto di StartupStockPhotos da Pixabay)
Adesso abbiamo il problema opposto: dozzine di piattaforme di self publishing, migliaia di corsi a basso costo su come diventare autori di successo, centinaia di agenti letterari o sedicenti tali a caccia di talenti, soluzioni innovative su blockchain che non fai in tempo a provarne una e te ne hanno già proposte altre sei. Uno non sa più da che parte voltarsi.
Insomma, siamo ancora agli inizi.
Se avete consigli non siate timidi, siamo tutti qui per imparare me compreso.
Ad ogni modo, non credo che i capitoli finali del primo volume verranno pubblicati in questa sede.
L'idea è di mettere su uno spazietto virtuale più serio ed elegante, ora che ho un prodotto finito su cui ragionare, e approfittarne per mettere direttamente lì il resto dei contenuti più qualche extra.
Pensavo a Wordpress, così su due piedi.
Niente di personale - anzi, mi siete molto simpatici - è solo che...
- Non vi sto dietro
Questa cosa va troppo veloce per le mie capacità. Ogni volta che faccio il login sono cambiate le chiavi, il layout, le regole, e ci sono importanti aggiornamenti che devo assolutamente leggere. In pratica ogni volta devo reimparare tutto. Non sono sicuro che "stare al passo coi tempi" significhi questo, per chi non è una farfalla.
- Non vi sto dietro proprio per niente
Idem con patate quando accedo al canale discord riservato a noi italioti. Ogni volta sono spuntate una dozzina di nuove chat, una trentina di nuovi progetti, altri sono stati abbandonati, alcuni sono in stand-by. Provo a informarmi ma mi imbatto in comunicazioni piene di slang, abbreviazioni, inglesismi, con riferimenti a portali e dispositivi di cui non sospettavo neanche l'esistenza.
Non è una critica: al contrario, se qualcuno volesse aiutarmi a diventare altrettanto veloce gliene sarei immensamente grato. Vedete, credo che mi rimangano ad occhio e croce una trentina d'anni di vita, ho delle buone idee per almeno una dozzina di libri e non sono sicuro di fare in tempo.
- Il mondo delle criptovalute comincia a venirmi a noia
Comincio a pensare di essermi affacciato troppo tardi a questa realtà, quando il grosso della torta è già stato diviso e restano poche briciole da contendersi tra milioni di persone (story of my life). Ogni mese nascono e muoiono migliaia di progetti, i truffatori sono ovunque, non si capisce più un tubo.
Inoltre, per quanto rimanga convinto che nella mia posizione anche 2 centesimi a post sarebbero un grande risultato (considerate che un libro solitamente è in perdita, fino a quando non è finito... e poi non si sa!) vi confesso che un pochino ci speravo, in un aumento di valore della piattaforma.
- Le immagini mi portano via troppo tempo
Se devono essere contemporaneamente pertinenti (fantasy, nel mio caso), fatte bene e rispettose di tutte le regole, per trovarne tre ci metto un'intera giornata lavorativa. Non pagata.
Sì, sono lento, mi distraggo facilmente eccetera, ne abbiamo già parlato.
Comunque questo account me lo tengo.
Mi piace che qui si promuova ciò che si ama anziché denigrare ciò che si odia, come succede da altre parti. Mi piace scrivere per voi, e poi col tempo che ci ho messo a iscrivermi col cavolo che adesso me ne vado!
(Foto di Free-Photos da Pixabay)
Bene, per oggi è tutto.
Se ho offeso qualcuno me ne pento e me ne dolgo, passate un felice Halloween, continuate a seguirmi e guidate con prudenza.
Michele