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Hello my Steeming Pals!
Venni spedito qualche anno fa per lavoro, ad un cantiere situato nei pressi di Hassi Messaud nel bel mezzo del Sahara algerino.
“Starai via per qualche settimana John, un ambiente un pò difficile ma stai tranquillo, ci sono i militari”
Cosi mi disse pacatamente il capo qualche giorno prima della mia partenza.
Cosi, con una borsa piena di tonno in scatola e qualche pacco di pasta, presi un volo che dal Regno Unito mi portò ad una striscia d'asfalto in mezzo alla sabbia sahariana.
Il Toyota Bianco
Validato il visto e scattata qualche fotografia venni poi consegnato ad un autiere che con una coppia di militari armati, mi condusse in un Toyota Land Cruiser al cantiere a cui ero stato predestinato.
La vastità delle aree desertiche dell’Algeria è davvero affascinante. Piane aride che si perdono all’orizzonte intervallate da dune sabbiose alte. Per chi ha l’occhio allenato si possono cogliere le caratteristiche geomorfologiche che testimoniano un passato meno brullo dello stato attuale per questi luoghi. Acqua, torrenti e verosimilmente una vegetazione verdeggiante al posto del panorama bruciato dal sole odierno. Non è troppo difficile trovare punte di frecce in selce se si sa dove andare a cercare nella sabbia.
Il cantiere in mezzo al deserto
Passai le mie giornate quindi a lavorare e a prendermi qualche momento di relax a fine turno esplorando a piedi le aree attorno al cantiere. Era d’obbligo comunque sfuggire ai militari messi sul posto per garantire l’incolumità mia e quella dei miei colleghi di lavoro sul cantiere. L’area di Hassi non godeva di una buona reputazione.
I soldati erano sempre presenti (sia pur non sempre visibili) da qualche parte sul cantiere ed ogni qualvolta v’era la necessità di spostarsi in auto, loro erano li pronti con la scorta. Un bella rottura, sia per noi che per loro. Erano per lo più ragazzi giovani, forse di leva che mal sopportavano quel tedioso incarico a loro affidato.
Vaste distese aride...
Li osservai durante il corso dei giorni. In principio rispettarono i turni di guardia puntualmente. Poi anziché la guardia organizzarono dei turni di calcetto (erano una decina). Poi organizzarono un tavolo e delle sedie all’aperto ove trascorsero insieme la maggior parte del giorno, all’ombra fumando e bevendo tè. Infine, verso la fine della seconda settimana nemmeno si fecero vivi dalle brande dai propri container.
All’improvviso un giorno fui svegliato molto presto dal capo lavori.
“Vieni fuori anche tu che c’è un problema” mi disse.
Per un attimo pensai ad un guaio sul lavoro che mi riguardasse ma appena uscii all’aperto vidi assemblati tutti i militari che con animo discutevano con gli addetti al cantiere.
“Se noi non siamo sul cantiere, voi non potete lavorare, il cantiere deve sospendere i lavori”
“Vogliamo che le nostre richieste vengano prese in considerazione” disse il graduato ad uno dei lavoratori (o così mi venne tradotto).
Il capo cantiere mi prese in disparte e con fare molto affabile mi fece capire che…
io ero occidentale,
io rappresentavo una ditta occidentale con interessi nel cantiere,
io potevo fare qualche telefonata.
Una tormenta di sabbia sul cantiere
“Ok, ma di cosa si tratta esattamente?” gli chiesi in inglese.
I militari ora erano in silenzio, guardarono tutti me.
“Vogliono una televisione con collegamento satellitare” mi rispose, “e se non arriva se ne vanno dal campo. Senza di loro le direttive impongono che i lavori debbono essere sospesi”.
“Capisco” gli risposi.
In effetti non v’era ne radio ne televisione sul campo. Il collegamento internet era riservato a pochi privilegiati tra cui v’ero pure io per esigenze di lavoro con la sede britannica. I soldati si annoiavano e la loro mi sembrò una richiesta più che ragionevole.
“Credo che procurare un televisore ed una parabola non sia un problema” risposi con un sorriso…..e poi venne la bomba:
“I soldati vogliono che il collegamento comprenda tutti i canali a luce rossa possibile”.
Rimasi a bocca aperta per qualche secondo. Poi cominciai a pensare a come legittimare o per lo meno rendere credibile e vendere questa richiesta al mio capo.
Tutti tornarono al loro posti di lavoro mentre io tornai in cabina per fare la telefonata che si aspettarono da me.
Per fortuna il mio boss la prese bene, con una risata ed autorizzò la spedizione di un televisore, una parabola adatta e qualche altro accessorio necessario per far funzionare il tutto. La clausola fu che il materiale sarebbe stato fornito ma i soldati si sarebbero dovuti arrangiare per l’installazione.
La consegna arrivò in meno di 5 giorni!