Alcuni calciatori di Serie A, come Daniele Rugani della Juventus, o Manolo Gabbiadini della Sampdoria, sono risultati positivi al tampone di controllo, dopo aver accusato i sintomi, seppur fortunatamente in modo lieve, della malattia; le squadre di appartenenza, oltre che le formazioni avversarie affrontate nell'ultimo turno di campionato, sono state messe in quarantena preventiva, come prevede il protocollo in questi casi, e i vari componenti dovranno rimanere isolati per le prossime settimane.
Nelle stesse ore arrivano notizie anche dall'Inghilterra, con tre giocatori della Premier League, dei quali per il momento non si conosce l'identità nè le squadre di appartenenza, risultati a loro volta contagiati dal virus, mentre rimbalzano le voci dalla Spagna della quarantena imposta anche al Real Madrid, per via di un elemento della squadra di basket trovato positivo al tampone (il Real Madrid è una polisportiva, i cui centri di allenamento sono spesso condivisi dagli atleti delle varie discipline).
Era solo questione di tempo perchè accadesse: il mondo del calcio, per quanto ricco e dorato, non è immune dalle malattie, che rimangono al momento ancora la cosa probabilmente più democratica del mondo.
I casi di positività al Covid-19 si stanno rapidamente moltiplicando, oltre che in Italia, anche nel resto d'Europa, con Spagna, Germania e Francia messe in particolar modo sotto la lente; la situazione, anche alla luce dello stato di pandemia dichiarato dall'OMS, si può tranquillamente definire drammatica, e le previsioni sulla diffusione del virus indicano che molto presto saranno diversi i Paesi a trovarsi nelle condizioni in cui attualmente versa il nostro.
Eppure, nonostante queste nazioni avessero davanti gli scenari succedutisi in Cina e soprattutto nella vicina Italia, potendo sfruttare il vantaggio non indifferente di tempo per organizzare una difesa dalla diffusione del virus efficace, hanno continuato a far finta di nulla, tenendo stadi aperti nei quali domenicalmente si ammassavano sessantamila persone, e mandando avanti uno show, diventato sempre più macabro e assurdo col passare dei giorni.
A Parigi si è giocato ieri sera a porte chiuse la sfida tra Paris Saint Germain e Borussia Dortmund, con al di fuori dello stadio migliaia di tifosi parigini accalcati per sostenere la squadra, senza che le autorità battessero ciglio per impedire questa folle adunata, ma il picco della stupidità si è toccato a Liverpool, con Anfield regolarmente affollato da tifosi locali e da oltre tremila spagnoli, nonostante Madrid risulti essere la città spagnola maggiormente colpita dal Covid-19.
Perchè l'UEFA non ha disposto la disputa di tutti i match a porte chiuse, o ancora meglio, perchè non ha fermato totalmente la macchina organizzativa di fronte alla più che probabile ipotesi di una diffusione di massa del virus? Questa sera, se le cose non cambieranno nelle ultime ore (ma non credo esista questa possibilità) andranno in scena altre repliche di questa follia, dato che sono ancora in programma sfide di Europa League, molte delle quali a porte regolarmente aperte, mentre il massimo organismo del pallone europeo ha annunciato una riunione per decidere sulle sorti delle competizioni continentali soltanto per martedì prossimo, quando verosimilmente tutti i buoi saranno scappati dalla stalla.
Noi italiani siamo spesso criticati, tacciati di ignoranza, maleducazione, razzismo e altre delle peggiori cose possibili e immaginabili, ma la mia personalissima sensazione è che in questo caso, quando tutto sarà finito, saranno in molti ad indicarci come quelli che hanno saputo reagire nella maniera migliore, cavandosi per primi e meglio dagli impicci.
E naturalmente non mi riferisco solo al calcio.