CRONACHE DI CIVITOPIA: scene di follia quotidiana

FOTOGRAFIE atto primo
Per qualche sorta di sparuto masochismo, non le avevano mai cancellate. Per Fiorenzo e Azalea quelle foto rappresentavano il simbolo della loro sconfitta sociale, trattandosi di quelle dei rispettivi matrimoni dei loro congiunti, Giuliana e Dario. Due persone ragionevoli non avrebbero agito come bimbi di scuola dell'infanzia, ma Fiorenzo e Azalea non erano adulti ragionevoli, come del resto non lo era il civitese medio. Se avessero potuto, non si sarebbero nemmeno presentati ai matrimoni dei loro familiari e qui, a dispetto dei loro difetti, non si poteva dar loro tutti i torti. Il civitese medio, infatti, non soltanto era poco e niente ragionevole, ma pure un gran chiacchierone. Quindi i commenti sulla zitellaggine di Azalea, che non era al momento di tali nozze neppure fidanzata, non si risparmiavano da parte di chi vedeva sposare per prima una sorella di quattordici anni più giovane. Ugualmente si chiacchierava riguardo allo scapolone impenitente Fiorenzo. Società ipocrita, che mentre da un lato esaltava le grandi virtù dell'indipendenza e della libertà, dall'altro tacciava i single di egoismo per un malsupposto rifiuto di contribuire al dovere sociale di metter su famiglia. Ovviamente ignorando, o meglio, facendo finta di non vedere che parecchi single civitesi permanevano in codesta condizione contrariamente alle loro preferenze.
Fiorenzo aveva chiesto ad Azalea se per favore lo avesse potuto aspettare, quando era toccato a lui entrare nello studio del dentista. Aveva gran bisogno di compagnia e poichè fino ad allora la donna era stata davvero gentile con lui, prestando un orecchio attento al racconto delle sue peripezie, sperava nella sua compagnia per qualche altro tempo. Azalea, che non aveva nulla fare tranne occuparsi dei servizi domestici assieme a sua madre, spesso ricevendo visite da parte delle condomine che amavano ripetere a mo' di disco rotto di come si faceva sempre più bella Giuliana, di quanto il matrimonio la favoriva, aveva di buon grado acconsentito alla richiesta, anzi a quella che pareva più che altro una supplica, di Fiorenzo. L'uomo, in evidente sovrappeso e dall'incipiente calvizie, era tutt'altro che un Adone e non rappresentava certo il sogno della sua vita, ma quantomeno si trattava di qualcuno che la degnava di attenzioni e riteneva gradevole la sua compagnia. Erano almeno vent'anni che un uomo non si accorgeva di lei. Dopo aver snobbato quei due ragazzi di poche risorse socio-economiche, sembrava essere divenuta invisibile. Dal suo canto, Fiorenzo, dopo avere ricevuto il due di picche di una ex compagna di Conservatorio poi laureatasi in medicina, che aveva scelto il cugino anzichè lui, era caduto in uno stato di profonda apatia. Nessun'altra ragazza aveva più destato il suo interesse. Nessuna figurava alla pari di Anna per bellezza e talento. -Sei tu a non trovarti alla sua altezza- gli ripetevano alquanto crudamente i realistici genitori. -Ma cosa pretendevi? Che una dottoressa che presto prenderà una specializzazione ben pagata sposasse un manovale i cui genitori per miracolo non sono indebitati?
-Il padre di Anna è soltanto un operaio. E poi presto diventerò muratore...-rispondeva allora Fiorenzo, ma con poca convinzione, sapendo benissimo quale sarebbe stata la continuazione del discorso.
-Certo, infatti per una ragazza come quella è davvero desiderabile un muratore dalla licenza media anzichè un concertista come tuo cugino Dario, no? E il padre di Anna sarà pure un operaio, ma di buon livello e prende un discreto stipendio. E poi è molto rispettato sul lavoro, perfino dai dirigenti e dal padrone della fabbrica. E la madre è diplomata, anche se oramai ha smesso di lavorare.
Non si poteva dire che sia Fiorenzo che Azalea non avessero da una vita puntato molto più in alto del fattibile nella Civitopia del trentesimo secolo. E così, oramai rasentando i quarant'anni, avevano cominciato a valutare l'opzione di calare le loro pretese. Ora che si erano conosciuti, i molti punti in comune tra i due li aiutavano nella difficile arte di accontentarsi. Poichè miracolosamente il giovane dentista, che non faceva che arrancare, contava quel giorno un altro paziente, la presenza di quest'ultimo aveva favorito l'allora futura coppia. Un anziano condomino che abitava nello stesso stabile dello studio, allettato dagli onorari competitivi e dall'estrema vicinanza, aveva scelto proprio lo stesso dentista di Azalea e Fiorenzo. I due avevano approfittato dell'occasione per dare continuità ai loro reciproci sfoghi nella comodità della sala d'aspetto del professionista, anzichè per strada. Dove non avrebbero potuto tirare fuori i rispettivi cellulari per quanto vecchi, trattandosi di un quartiere di periferia non sempre esattamente ben frequentato. L'anziano paziente aveva bisogno di una dentiera, dunque sarebbe andata per le lunghe. Azalea e Fiorenzo avevano allora avuto abbastanza tempo di crogiolarsi nelle loro malinconiche rimembranze.

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Ps.: immagine Pixabay gratis, autore Pexels (https://pixabay.com/es/photos/boda-pasillo-arreglo-floral-bloom-1846114/)

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