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Magia, stupore, catarsi. Vi siete mai fermati di fronte al battito di ali di una farfalla a riflettere su quale sia il passo successivo nella vostra mutevole vita, e poi quando ella prende il volo ci sono cambiamenti drastici nella vostra esistenza? È un processo tutt’altro che abituale, esistono persone al mondo che non sono mai riuscite ad assistere ad un fenomeno tanto miracoloso, perché guardano la loro vita dal buco della serratura e non riescono a vedere le farfalle che si librano armoniose in cielo.
Una farfalla ha preso il volo dinnanzi a me mesi addietro oramai, ma ho ancora quell’immagine che riaffiora nella memoria… Del telefono. Ho catturato quell’istante di bellezza maiestatica, un frammento di purezza genuina, la gioia primitiva che ho provato nell’assistere a quel momento affascinante mi ha riportato alla mente la mia età fanciullesca e spensierata, quando la meraviglia della natura superava il disprezzo per la antropomorfizzazione, ma crescendo rimangono solo tracce del proprio essere innocenti.
Quella farfalla è stata portatrice di caos nella mia vita, a partire da quel giorno. La vita in sé è caotica, noi possiamo ordinare un suo aspetto e, come una coperta troppo corta, qualcosa si scopre dall’altra parte e viene nuovamente esposto al caos. Il nostro obbiettivo è quello di riuscire a gestire, ad organizzare gli aspetti più importanti e abbandonare quelli meno rilevanti, le frivolezze, al caos. Sono scarse le volte che riusciamo nell’intento, in cui le parti più significative nella nostra vita restano in ordine. È più semplice curare i particolari effimeri e insignificanti della propria esistenza, perché sono quelli che danno minore soddisfazione.
A volte però succede l’inaspettato, il caos che si autoregola, e senza alcuna origine nota il tuo mondo si capovolge. Devi solo sperare che esso si raddrizzi, perché vivere in un mondo sottosopra è un’esistenza impraticabile, ogni sforzo che hai mai compiuto viene vanificato da un breve intervallo della tua vita.
Ho visto quella farfalla, incorniciato il suo ricordo e sono stato spettatore della magia della polvere che le si liberava dalle ali. Quella nube di colore ha lasciato una scia, che ho seguito. Ho transitato lungo quella linea a mezz’aria fino a giungere nel futuro. Ho avuto la possibilità di dare una breve, ma attenta occhiata alla mia sorte, al fato che era lì ad attendermi. Ho avvertito il dolore, l’amarezza, la disastrosa piega che ha preso la mia esistenza si stendeva di fronte a me. Osservavo attentamente tutto il dolore che ho causato, un atroce agonia che potevo avvertire, e che volevo impedire. Non mi era ben chiaro quale fosse la sua origine, ma sicuramente mi era chiaro il suo epilogo. E io volevo impedire che quest’immagine divenisse realtà.
La mia epifania ha completamente sconvolto la mia vita, in maniera positiva per mia grazia. Ho ottenuto gli obbiettivi che nella mia prima parte di esistenza erano solo un’utopia, un futuro improbabile. Ho ottenuto l’impiego dei miei sogni, lavorando con molta fatica. Ho trovato l’amore, nella mia splendida fidanzata e nella nostra stupenda figlia. Ho riallacciato i rapporti con ogni mio familiare, dopo l’orribile comportamento di menefreghismo ed egoismo che mi ha contraddistinto fino a poco tempo fa. Ho aperto le ali e spiccato il volo, seguendo la scia di quella meravigliosa farfalla.
Ognuno di noi sa, con malincuore, che le farfalle hanno vita molto breve. Tutti si interrogano sul suo battito d’ali, ma quand’ella si ricongiunge alla natura in un eterno riposo, cosa capita in quell’istante. La mia sfortuna è di aver immortalato anche questo momento nella mia vita. Quel povero insetto che agonizzava sul freddo suolo e che abbandonava definitivamente il suo corpo fisico. E lì, di nuovo il caos. Perché c’è equilibrio in ogni accadimento, che corregge la perturbazione. E da quel punto, il castello di carte che avevo costruito ha iniziato a crollare.
In un battibaleno la visione distopica del mio futuro era in atto. Ho perso tutto l’amore donato, sono stato abbandonato dalle stesse persone che inizialmente avevo rifiutato. Tutte tranne la mia famiglia, i miei genitori non avrebbero mai voluto abbandonarmi, la loro malattia è stata un’esperienza atroce. La mia fidanzata mi ha strappato l’affidamento e lasciato solo un sottile spiraglio attraverso il quale poter vedere mia figlia, che per mia fortuna è ancora intensamente legata a me. Il lavoro è ancora presente nella mia vita, ma gli orari a cui sono costretto pregiudicano il mio rapporto con mia figlia, e se devo perdere qualcosa che sia il mio impiego. Ho già perso troppo in amore.
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Il caos è per sua natura imprevedibile, ma il fatto che ci sia, che sia in sé reale lo rende plasmabile, domabile, o almeno è quello che la mia speranza mi suggeriva quando ho avuto la mia visione. L’unica gioia nella mia storia è che, nonostante l’infausto epilogo, ho vissuto un momento veramente felice della mia vita, e lo devo alle farfalle.