Con questo articolo inauguro la rubrica "Pagina dopo Pagina", questa sarà composta inizialmente da dieci appuntamenti, in ognuno dei quali analizzerò una lettura a me cara.
Sin da piccolo ho sempre letto fumetti, in special modo me li facevo comperare per copiare i disegni, poi una volta che li avevo li ho iniziato anche a leggerli. Oggi a causa dei mille impegni non seguo più in modo assiduo e costante il mondo del fumetto, ma ho comunque una ricca libreria piena di opere eccezionali. Una delle collezioni di cui vado più fiero è sicuramente quella dedicata a Captain America, ricordo che mi appassionai talmente tanto alle sue avventure (parlo degli archi narrativi moderni) che volli a tutti i costi recuperare i primi fumetti a lui dedicati, non semplici ristampe, volevo proprio gli originali, le prime edizioni. Così armato di pazienza, cercando qua e la riuscii nel mio obiettivo. Qui di seguito nelle foto potete vedere i primi 3 numeri del 1973 (edizione italiana) edita dalla Editoriale Corno. A partire dal 1973 la serie viene pubblicata in Italia dalla storica casa editrice Corno. Si tratta di storie con un taglio molto distante rispetto a quello che possiamo trovare oggi, dove i toni sono sicuramente più “infantili” e meno realistici, ma non per questo meno avvincenti.
* Foto della mia collezione.*
Le storie raccontavano di robottoni nazisti impazziti, di scienziati pazzi di rapine in banca (detto oggi fa sorridere, ma la rapina in banca una volta era una situazione ricorrente). Storie abbastanza semplici, ma che piano piano andavano a creare un universo sempre più vasto ed articolato. Con il tempo l’evoluzione naturale della narrazione ci porta a conoscere aspetti che in un primo momento avevamo erroneamente sottovalutato, ad esempio, il fatto che Cap sia l’unico del suo genere, che sia un uomo fuori dal tempo, che sia stato il primo “super eroe” e che sia diventato un simbolo, fa si che sulle sue spalle gravi un enorme responsabiltà. E ricordiamoci che Cap non è un dio asgardiano, non è un Golia Verde, non è un mutante dagli straordinari poteri. Cap, in fin dei conti, è un uomo. Si, ok, super potenziato, ma comunque costretto a sopportare da solo il peso di tutto cio’ che egli stesso rappresenta. E, non a caso, è proprio questo che fa di Steve Rogers un grande eroe dei fumetti.
Uno dei principali motivi per cui mi è sempre piaciuto Captain America è il suo parallelismo con la realtà, in un certo senso, lui esiste veramente. Mi spiego meglio. Nella realtà il personaggio di Cap nasce come strumento di propaganda durante la guerra, per “supportare” i soldati al fronte e per fomentare l’opinione pubblica. Insomma, un inno al patriottismo, tanto per i militari che per i civili. Quindi, in un certo senso, è stato creato per dare un contributo al conflitto mondiale. Proprio come accade nel fumetto, dove Cap è un prodotto creato appositamente per essere utilizzato nel conflitto.
Sempre nel fumetto, sul finire della guerra, il nostro Cap verrà congelato per molti anni, per poi essere ritrovato e svegliato ai giorni nostri. Una cosa che succede in modo simile anche nella realtà. Infatti, finita la guerra, il personaggio di Cap viene accantonato; e solo dopo molti anni Stan Lee deciderà di “scongelarlo” e riportarlo in vita.
Vi lascio con una frase dello stesso Capitano che vi chiarirà, qualora non lo aveste ancora capito, chi è Steve Rogers e cosa rappresenta.
“Non ho mai voluto essere Capitan America, dovevo solo essere un soldato, il primo di un intero plotone di uomini come me, ma dopo che il dottor Erskine fu ucciso, e io rimasi l’unico della mia specie, feci quello che mi richiedeva il paese, divenni un simbolo prima, poi un soldato. Quel simbolo era un fardello che non volevo più addossarmi una volta che fosse vinta la guerra. Ma non riuscii a vedere quel giorno. Mi risvegliai invece in un nuovo mondo, circondato da altre persone in maschera e scoprii che c’era ancora bisogno di me”
* Foto della mia collezione.*
**ENGLISH VERSION
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With this article I inaugurate the "Page after Page" column, this will initially consist of ten appointments, in each of which I will analyze a reading dear to me.
Since I was a child I have always read comics, especially I bought them to copy the drawings, then once I had them I also started reading them. Today, due to my many commitments, I no longer follow the world of comics assiduously and constantly, but I still have a rich library full of exceptional works. One of the collections I'm most proud of is certainly the one dedicated to Captain America, I remember that I became so passionate about his adventures (I'm talking about modern narrative arcs) that I wanted at all costs to recover the first comics dedicated to him, not simple reprints, I really wanted the originals, the first editions. So armed with patience, looking here and I succeeded in my goal. Below in the photos you can see the first 3 issues of 1973 (Italian edition) published by Editoriale Corno. Since 1973 the series is published in Italy by the historic Corno publishing house. These are stories with a very distant cut compared to what we can find today, where the tones are certainly more "childish" and less realistic, but no less compelling.
The stories told of crazy Nazi robots, of scientists mad about bank robberies (said today it makes you smile, but bank robbery was once a recurring situation). Fairly simple stories, but which gradually created an increasingly vast and articulated universe. Over time, the natural evolution of the narrative leads us to know aspects that at first we had mistakenly underestimated, for example, the fact that Cap is the only one of his kind, that he is a man out of time, that he was the first "super hero" and that he has become a symbol, places a huge responsibility on his shoulders. And let's remember that Cap is not an Asgardian god, he is not a Green Goliath, he is not a mutant with extraordinary powers. Cap, after all, is a man. Yes, ok, super powered, but still forced to bear the weight of all that he himself represents. And, not surprisingly, this is precisely what makes Steve Rogers a great comic book hero.
One of the main reasons I've always liked Captain America is his parallelism with reality, in a way, he really exists. I'll explain. In reality, the character of Cap was born as a propaganda tool during the war, to "support" the soldiers at the front and to foment public opinion. In short, a hymn to patriotism, both for the military and for civilians. So, in a sense, it was created to make a contribution to the world conflict. Just like it happens in the comic, where Cap is a product created specifically to be used in the conflict.
Also in the comics, at the end of the war, our Cap will be frozen for many years, only to be found and awakened to the present day. Something that happens in a similar way in reality as well. In fact, after the war, the character of Cap is set aside; and only after many years Stan Lee will decide to "thaw" it and bring it back to life.
I leave you with a sentence from the same Captain who will clarify, if you have not yet understood, who is Steve Rogers and what he represents.
"I never wanted to be Captain America, I just had to be a soldier, the first of a whole platoon of men like me, but after Dr. Erskine was killed, and I was the only one of my kind, I did what he asked of me. the country, I became a symbol first, then a soldier. That symbol was a burden that I no longer wanted to take on once the war was won. But I couldn't see that day. Instead, I woke up in a new world, surrounded by other people in masks and discovered that I was still needed "