Text in English will follow
Sono in corso alcune manifestazioni sindacali presso gli aeroporti italiani, organizzate sia dalle sigle confederali sia da altre autonome.
Fonti di stampa parlano come al solito della ormai ex compagnia di bandiera e del suo indotto: https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/covid-e-alitalia-in-bilico-15mila-posti-1.6177115/amp
Ho seguito in prima persona gli ultimi 25 anni di trasporto aereo in Italia seduto al posto di pilotaggio dei velivoli e degli elicotteri. Fino al 2008 ero anche io in forza al vettore della freccia alata (simbologia aeronautica piuttosto comune) poi ho continuato comunque a volare per loro anche se non più con un contratto regolare e soprattutto non più come attività principale.
Nel 2008 con il primo grande fallimento del vettore la preoccupazione anche mia era per le famiglie che avrebbero perso una importante fonte di sostentamento (non vi erano solo quelle dei piloti ma anche e soprattutto quelle dei meccanici e degli impiegati in genere).
Ad un generale understatement che mi ero imposto in quegli anni (niente più auto sportive e circoli del golf di un certo livello) abbiamo visto la vera risposta dei sindacati: i loro uomini al comando nelle posizioni chiave, asserviti a rimborsi importanti tanto da farli guadagnare di più del personale normale costretto anche a pesanti impieghi per coprire i loro congedi (e di quelli che beneficiano di tutele non del tutto a loro spettanti assegnate però con le solite italiche facilità). Molti hanno usufruito di casse integrazioni straordinarie di nome e di fatto. Pochi, quelli veramente più deboli, hanno perso il lavoro o lo hanno mantenuto in qualche modo con un pesante demansionamento a scapito dei più furbi che hanno saputo sistemarsi bene.
Chi invece ha perso molto (soldi e posizioni) in quegli anni (e in quelli successivi) si é semplicemente sentito ripetere quanto é importante essere resilienti. Purtroppo chi usa questo termine non ha idea di cosa sia in realtà la resilienza e di come funzioni il pendolo di Charpy: questo però é un bene perché se già adesso si cerca di instaurare dappertutto un culto della resilienza (non solo nell'aviazione dove tutto questo è cominciato con una terminologia generica, generalmente "human factor") in cui gli "adepti" vengono manipolati per essere contenti di subire almeno non vengono costretti (attualmente) a subire impatti con masse battenti in metallo.
Ci sono pochi dubbi sul fatto che il culto della resilienza rappresenti i più tipici pericoli delle peggiori sette esoteriche; esse infatti:
- basano la loro dottrina sugli insegnamenti di un solo leader fortemente carismatico (fino a sconfinare talvolta nel culto della personalità): questi sono forse un po' nascosti ma vengono rappresentati bene da capi, influencer e organizzazioni che utilizzano questo termine;
- hanno un percorso di avvicinamento alla conoscenza che è frequentemente di tipo iniziatico o esoterico in cui l'adepto percorre successivi livelli di indottrinamento: il percorso generalmente proposto dai soggetti di cui al punto precedente per diventare resilienti alla fine è proprio di questo tipo;
- esercitano un controllo ossessivo sul singolo adepto volto a asservirne la volontà ai loro scopi controllandone azioni, emozioni, scelte morali, lavorative ed economiche: è proprio per questi fini che secondo qualcuno i migliori dipendenti o addirittura le migliori persone devono essere resilienti;
- vivono separati dal resto della collettività, talvolta in modo tanto ossessivo da dare origine a fenomeni violenti o autolesionisti dei componenti della setta stessa: la resilienza è spesso inconsapevolmente autolesionista almeno negli interessi sociali o economici
Dopo tanti anni nulla é cambiato. Questa volta però abbiamo più informazioni e sappiamo che chi tira i fili della setta dei resilienti non é molto capace a fare altro: i loro risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Da parte mia non più understatement ma un semplice disinteresse forse un po' snob e di certo sincero. Non ho mai preso nulla di ciò che non fosse a me spettante e pertanto me lo posso permettere. Avrei anche delle belle idee per sistemare la questione trsporto aereo con investimenti sostenibili e nuove tecnologie ma le forniro' volentieri solo a chi se le meriterà per davvero. Per approfondire: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Pendolo_di_Charpy
Some trade union rallies are underway at Italian airports, organized by both federal and other autonomous groups.
Press reports as usual of the now former national airline and its related industries: https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/covid-e-alitalia-in-bilico-15mila-poste-1.6177115/amp
I have personally participate in the last 25 years of air transport in Italy, sitting in the pilot seat of aircraft and helicopters. Until 2008 I was also in force on the vector of the winged arrow (rather common aeronautical symbolism) then I continued to fly for them anyway, even if no longer with a regular contract and, above all, no longer as a first job.
In 2008, with the first major bankruptcy of the carrier, my concern was for families who would lose an important source of money (there were not only those of the pilots but also those of engineers and general employees).
To a general understatement that I imposed on myself in those years (no more sports cars and high end golf clubs) we saw the real response of the unions: their men in command was sitting in key positions, enslaved to important repayments so as to make them earn more than the normal staff: the latter was also forced to heavy jobs to cover their leave (and those of the ones who benefit from protections -not entirely due to them- assigned, however, with the usual italic easiness). Many have taken advantage of extraordinary supplementary funds. Few, the really weaker ones, have lost their jobs or have kept it in some way with a heavy demotion at the expense of the smartest who have been able to settle down well.
On the other hand, those who have lost a lot (in money and positions) in those years (and in subsequent ones) have simply been told how important it is to be resilient (not only in aviation, where all this began with a generic terminology, generally "human factor"). Unfortunately, those who use this term have no idea what resilience really is and how Charpy's pendulum works: this is however good because if we are already trying to establish a cult of resilience in which the "adepts" are manipulated to be happy to suffer, at least they are not forced (currently) to absorb impacts with metal striking masses.
There are no doubts that the cult of resilience represents the most typical dangers of the worst esoteric sects; in fact:
- they base their doctrine on the teachings of a single strongly charismatic leader (sometimes trespassing into the cult of personality): these are perhaps a bit hidden but they are well represented by leaders, influencers and organizations that use this term;
- they have a path of approaching knowledge that is frequently of an initiatic or esoteric type in which the adept goes through successive levels of indoctrination: the path generally proposed to become resilient in the previous point, in the end is precisely of this type;
- they exercise obsessive control over the individual adept aimed at enslaving their will to their purposes by controlling their actions, emotions, moral, work and economic choices: it is precisely for these purposes that according to some the best employees or even the best people must be resilient;
- they live separated from the rest of the community, sometimes in such an obsessive way as to give rise to violent or self-harming phenomena of the members of the sect itself: resilience is often unknowingly self-harming at least in social or economic interests
After so many years nothing has changed. This time, however, we have more information and we know that those who pull the strings of the resilient sect are not very capable of doing anything else: their results are there for all to see.
For my part, no longer understatement but a simple disinterest, perhaps a little snobbish and certainly sincere. I have never taken anything that was not due to me and therefore I can act this way. I would also have some good ideas to settle the air transport issue with sustainable investments and new technologies but I will gladly supply them only to those who really deserve them. To learn more: https://en.wikipedia.org/wiki/Resilience_(materials_science)