La notizia era attesa da tempo, ma oggi è arrivata la conferma ufficiale. Hyperledger Sawtooth, la codebase sviluppata da Intel e ospitata sull'Hyperledger Consortium, è finalmente pronta per l'uso enterprise. L'interesse generato da Sawtooth è facile da decifrare, se si pensa a quanto criptovalute e blockchain solletichino il palato degli investitori in questo inizio 2018. Un clamore che in fondo si spiega da solo: un nome "pesante", com'è quello di Intel, associato ad una tecnologia basata sulla convergenza fra blockchain, industria e finanza istituzionale. In altre parole il sacro graal, soprattutto per i molti commentatori che legano la sopravvivenza delle criptovalute ad un uso più agevole da parte dei vari attori finanziari.
Cos'è Hyperledger Consortium?
Hyperledger Consortium è una piattaforma open source di sviluppo globale ideata per interallacciare svariate tecnologie legate alla blockchain. Nato su impulso della Linux Foundation, Hyperledger ha visto confluire gli sforzi di numerose aziende di primo piano e realtà finanziarie e istituzionali di alto profilo. Nel sito ufficiale è ribadita la centralità della blockchain come futuro cardine nello sviluppo della rete e della fiducia nelle transazioni che avvengono nel web, oltre ad una delle definizioni più suggestive sulla blockchain: "Immaginate [la blockchain] come una sistema operativo per mercati virtuali, network di condivisione dati, micro-valute e comunità digitali decentralizzate. Ha il potenziale per ridurre grandemente i costi e le complessità legate alla realizzazione di qualsiasi cosa nel mondo reale."
Intel Hyperledger Sawtooth, versione 1.0
La versione 1.0 di Sawtooth, svelata oggi, riposiziona la blockchain verso un uso enterprise. Al suo sviluppo ha contribuito un team di oltre 50 entità, da startup a realtà corporative come Red Hat e Capital One. Gli sviluppatori puntano sulla sua modularità, ideata per permettere a industrie e realtà istituzionali una convergenza più semplice fra bisogni dell'utenza ed esigenze regolatorie. Alcuni nomi coinvolti? Amazon è forse il più noto, ma anche giganti della comunicazione come Huawei e T-Mobile stanno lavorando sul codice della piattaforma di Intel. In particolare, Hyperledger Sawtooth è proposta per l'elaborazione delle richieste di risarcimento assicurativo, la gestione della supply chain basata su IOT e le transazioni internazionali. Sono già diverse le DApp sviluppate nelle aree sopra menzionate.
Hyperledger Sawtooth: la filosofia che sta alla base
La filosofia alla base di tutto è ben spiegata da uno dei capi del team, Dan Middleton. Sawtooth vuole essere un link di congiunzione fra la tecnologia che sta alla base della blockchain e realtà corporative troppo grandi per potersi posizionare con profitto sui network blockchain pubblici. Un modo per mantenere intatto lo spirito che muove la blockchain nella transizione da una piattaforma open source e pubblica verso interessi di tipo privato. Hyperledger Sawtooth segue di poco Hyperledger Fabric, la prima blockchain open source capace di produrre una versione pronta per le aziende e anch'essa mossa da un player di primo piano: IBM.
Hyperledger Sawtooth: come funziona?
Naturalmente, il funzionamento della blockchain in qualsiasi declinazione è complesso e necessita di spiegazioni assai accurate che non possono essere esaurite in un paragrafo o un post. Per spiegarvi quindi il funzionamento di Sawtooth, ci limiteremo ad alcuni cenni per già iniziati, specialmente per ciò che riguarda la formazione del consenso. La sua caratteristica più importante è infatti un meccanismo di consenso chiamato PoET (acronimo di Proof of Elapsed Time: prova di tempo impiegato), variazione di un sistema più antico chiamato Byzantine Fault Tolerance che permette agli utenti di raggiungere il consenso anche in una situazioni in cui le controparti non si conoscono. in confronto, altre blockchain richiedono che gli utenti si conoscano e si fidino l'uno dell'altro. In questo modo, la piattaforma è progettata per far rimbalzare sia gli attacchi DDoS, sempre più comuni nelle blockchain pubbliche, sia un potenziale attacco perpetrato da un utente sconosciuto ad un altro.